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Casa. La perturbazione teatrale

A cura di Marika Rizzo docente del Corso di Fotografia di Scena

Se la casa di ognuno di noi fosse come una boîte à merveilles (scatola delle meraviglie), diverrebbe il palco della nostra vita, sul quale scene quotidiane vestite di assurdo o drammatico, si ripeterebbero all’infinito. Tra interno ed esterno si consumano le storie dei fotografi/attori, che rasentano la poetica espressionistica per cui gli autori dall’intimo della loro visione si proiettano verso l’esterno, verso la loro rappresentazione della realtà.

I lavori sviluppati durante i mesi del Corso di Fotografia di Scena, sono permeati dal concetto di “opposti” che è il tema scelto per le esposizioni di quest’anno a Cascina Farsetti Art: l’ambiente domestico si camuffa da scena teatrale per far vivere i fotografi come personaggi consapevoli di una rappresentazione teatrale fittizia. La maschera diventa la chiave di lettura di entrambe le storie “messe in scena” letteralmente: se in un progetto è il teatro esistenzialista ad essere rappresentato, nell’altro scene caravaggesche esprimono l’intimità di una storia d’amore.

La maschera esiste in quanto in sé coesistono due fattori complementari: chi viene nascosto e chi (o cosa) viene mostrato (una mostruosità? Un abbellimento?).
I fotografi hanno saputo rivestire ruoli diversi e difficili da mantenere: autori, attori di loro stessi o solo personaggi?

Autori

Federica Di Benedetto, Giorgio Sacher, Emily Santoro.